Cappella di S. Antonio di Padova

La cappella gentilizia privata di Sant'Antonio di Padova era originariamente una Chiesa rurale edificata nel XVII secolo e fu menzionata dal Montanari nel suo manoscritto: "in un podere del Marchese Pianetti (oggi di proprietà di un Signore Tedesco), posto sul territorio di Castelleone, verso il fiume della Barbara, ossia della Roccacontrada (fiume Nevola), esiste una Chiesa (dignitosa e ben conservata) intitolata a S. Antonio di Padova, con un unico altare e senza alcun peso di messe, ma soltanto vi si celebra a comodo dei contadini vicini".
A fianco della Chiesa, il Marchese Angelo Pianetti (1750-1828), che sposò
E. Bonaccorsi, da cui ebbe sei figli: Giuseppa +1796, G. Bernardo 1780-1862, M. Teresa, Settimio 1788-1863, Susanna +1804 e Vincenzo 1781-1809, fece costruire, una villa signorile prevalentemente usata per i soggiorni estivi su "un poggio che si alza sulla destra del Fosso Volpara tra la contrada Case Nuove e il piano del Nevola". 

Cappella di Sant'Antonio di Padova

A detta del Montanari, la Chiesa era lontana 50 passi dalla casa colonica e aveva una via sotterranea che la collegava (nel momento in cui scriveva, però era già chiusa) come via di fuga.
Il Polverari, nel libro "Castelleone di Suasa 2 Vita Castellana" (da pag. 295 a pag. 309), fa notare che forse la villa non risultava ancora costruita se il Montanari cita solamente la "casa colonica", ma se si guardano le proprietà della famiglia Pianetti, nel Brogliardo del Catasto Gregoriano di Castelleone, attivato nel 1835, sotto il nome di Angelo fu Bernardo, si nota che al numero di mappa 994 figura un "Oratorio Privato sotto il titolo di S. Antonio" della superficie di Centesimi 11, al numero di mappa 997 "Casa Colonica di proprio uso" e al numero 999 una "Casa Colonica". Come si può ben vedere anche dalla foto ricavata dalla Mappetta, a quell'epoca, sono presenti i tre immobili più una capanna per ricovero attrezzi o animali.

Interno

 Il Polverari afferma che sarebbe interessante soffermarsi sull'epoca di edificazione della villa ed in particolare della "via sotterranea", peraltro, già chiusa a quel tempo e aggiunge che, essendo alla distanza di 50 passi dalla casa colonica, potrebbe essere, che la stessa casa colonica, sia stata demolita e ricostruita come villa, nella stessa area in cui sorgeva la casa colonica, oppure, il manufatto fu ricavato da un intervento di ristrutturazione della stessa casa colonica, comunque, termina affermando che non si può fare altro che rimanere nel campo delle ipotesi.
Sta di fatto che, in cima la collina, oltre alla villa di "sobria eleganza" esiste anche una casa colonica, luogo di dimora del mezzadro che conduceva i terreni attorno la villa con un grande magazzino, dove erano stipate le sementi pregiate ed una capanna o ripostiglio.
Dal libro del Polverari ho ricavato due immagini del 1989 che attestano com'era la Chiesetta di Sant'Antonio di Padova e dalle foto recentemente scattate si può notare che il tempo ha ridotto l'antica Cappellina in un locale fatiscente, ma, dove sono stati effettuati interventi di recupero.

Stemma della Famiglia Pianetti

Si accede, come allora, attraverso un viale verde delimitato da arbusti di rose e cipressi.
Il tetto e alcune parti delle pareti sono stati ricostruiti. All'interno, appena entrati sulla destra, si scorge un buco sulla parete dove presumibilmente era ancorata un'acquasantiera. Sulla parete in fondo, sopra il presumibile altare, a detta di alcuni anziani mezzadri, testimoni ancora in vita, vi era una tela, di oltre un metro, che rappresentava Sant'Antonio di Padova ed ora non più rintracciabile. 
Nella visita a "villa Pianetti", mi è stata mostrata anche la seggiola con inginocchiatoio usata dall'ultima marchesa della famiglia Pianetti, donna Eleonora, con inciso la lettera "P", custodita in un apposito magazzino. La marchesa Eleonora era la sorella di Emilia e Bernardo, detto Dino. Una donna nubile, innamorata del poggio, tanto che risiedette molto tempo nella villa di Castelleone di Suasa. 
Tra le varie suppellettili della Cappella, ho voluto documentare, inoltre, un inginocchiatoio ed una cassapanca che serviva per tenere gli arredi. 
Lo stemma dei Pianetti era: "Troncato da una fascia di rosso: nel 1° di oro all'aquila bicipite coronata sulle due teste di nero; nel 2° d'azzurro alla testa di leone d'oro movente dalla punta".

Viale alberato con la chieseta di Sant'Antonio di Padova

Viale e Chiesetta di Sant'Antonio di Padova

Chiesetta di Sant'Antonio di Padova nel 1989

Chiesetta di Sant'Antonio nel 1989

Attuale Chiesa di Sant'Antonio di Padova

Attuale Chiesetta di Sant'Antonio di Padova

Lato destro della Chiesetta di Sant'Antonio di Padova

Lato destro della Chiesetta di Sant'Antonio

Retro della Chiesetta di Sant'Antonio di Padova

Retro della Chiesetta di Sant'Antonio

Chiesetta di Sant'Antonio nel 1989

Chiesetta di Sant'Antonio nel 1989

Interno destro Chiesetta di Sant'Antonio

Interno destro Chiesetta di Sant'Antonio

Interno sinistro Chiesetta Sant'Antonio

Interno sinistro Chiesetta di Sant'Antonio

Interno entrata Chiesetta di Sant'Antonio

Interno entrata Chiesetta di Sant'Antonio

Interno entrata Chiesetta di Sant'Antonio

Interno entrata Chiesetta di Sant'Antonio

Seggiola della marchesa Eleonora

Seggiola della marchesa Eleonora

Incisione della lettera

Incisione della lettera "P" sulla seggiola

Inginocchiatoio

Inginocchiatoio

Inginocchiatoio

Inginocchiatoio

Cassapanca per arredi Chiesetta

Cassapanca per arredi Chiesetta

Mappetta Catasto Gregoriano

Mappetta Catasto Gregoriano

Brogliardo Catasto Gregoriano

Brogliardo Catasto Gregoriano

Catasto vigente

Catasto vigente

Indirizzo Edicola

Via Case Nuove, 2                     
60010 Castelleone di Suasa
(An)

Contatti

Bellagamba Franco
Email: 
edicoladelcarmine@suasa.it
Telefono: 071-966352 

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