Potrebbe iniziare così la storia dell'edicola votiva "Madonna del Carmine" che sorgeva in prossimità dell'abitazione Venturi, in contrada Case Nuove, al civico n. 2, di fronte al Cimitero di Castelleone di Suasa.
All'inizio dell'estate 2008, l'edicola è stata abbattuta per lasciare spazio ai lavori di costruzione di un incrocio al servizio di una lottizzazione privata, con la promessa che sarebbe stata riedificarla a lavori ultimati.
Il tempo passò inesorabilmente lasciando l'edicola nel dimenticatoio...
Prima di addentrarci sulle vicissitudini legate all'edicola è bene dare qualche cenno sulle edicole in generale, per illustrare meglio l'argomento.
In Italia, le edicole stradali, sono spesso piccoli monumenti di architettura povera o di scarsa maestria, di semplice e modesta fattura, mentre poche sono costruzioni imponenti, tutte, comunque, raccontano le sofferenze, le angosce, la fede e la gratitudine, richiamando una forte essenza di spiritualità, quella stessa che nei secoli ha indotto la gente a cercare rifugio e conforto nel sacro. Poste a protezione di contrade e di case, esse sono testimonianza del senso religioso del vivere, sono frammenti di cultura popolare.
Non vanno dimenticati anche i simulacri e i simboli devozionali esistenti nel nostro territorio a testimonianza della spiritualità diffusa tra la popolazione bisognosa di una vita protetta dalla sacralità con le sue icone.
Numerose sono le statuette della Madonna, Gesù o i Santi all'interno delle case; raffigurazioni di Sant'Antonio Abate nelle stalle oppure croci preparate con legno o materiali poveri (canne) infisse nei campi di messe o sulle capezzagne.
Spesso sulle croci veniva legato anche un ramo di ulivo benedetto per tenere lontana la grandine, danno per le coltivazioni.
Purtroppo però questi simulacri con il passare del tempo stanno scomparendo, come anche le stesse edicole stradali.
Queste ultime, infatti, tendono a svanire, sacrificate in nome del "progresso"; alcune furono distrutte dall'ultimo conflitto mondiale altre furono abbattute per consentire l'ampliamento delle strade presso cui erano state innalzate, altre andarono distrutte dal tempo, sta di fatto che piano, piano si sta perdendo una grossa fetta di cultura popolare.
In questo frangente mi viene in mente la fantomatica, quanto reale, storia ancora viva nell'immaginario collettivo, della saga di Don Camillo e Peppone in cui lo scrittore Giovanni Guareschi si cimenta in una battaglia vinta da una "maestà" dell'acqua, sulle rive della Bassa del grande fiume Po.
Per non abbattere la piccola cappella votiva, posta sul terreno della Curia, la cosiddetta "Madonnina del Borghetto", Peppone e Don Camillo si mettono d'accordo facendo spostare il progetto della casa popolare che l'Amministrazione intendeva costruire in quel sito.
Il Sindaco Peppone era intenzionato a far abbattere l'edicola, strumentalizzando politicamente il fatto, se la Chiesa avesse rifiutato il terreno per la costruzione dell'immobile. Tutto ciò, non avvenne in quanto si giunse ad un accordo stipulato assieme che prevedeva gli alloggi fossero distribuiti equamente tra le famiglie proposte sia dalla Chiesa che dal Comune. Alla fine, l'edicola resistette a tutti i tentativi di abbattimento rimanendo nello stesso luogo, inviolata.
Tante altre edicole, invece, hanno perso la loro battaglia, in quanto oggi restano, in alcuni casi, solo le fotografie di quelle che un tempo erano definite "Biblia pauperum", la Bibbia dei poveri, "pagine aperte per il popolo che non conosceva le lettere ma aveva l'intelligenza della fede", come scrisse Anna Mavilla dell'Istituto dei Beni Culturali dell'Emilia Romagna.
Alcune edicole venivano usate per particolari cerimonie evocative di penitenza o di protezione chiamate "Rogazioni".
In quelle occasioni si riunivano tutti in chiesa a pregare per il raccolto poi si andava in processione fra i campi, passando davanti ad ogni edicola. Il prete cantando pronunciava la frase "Benedicat nos campaigns" [Benedici le nostre campagne] ed il popolo in coro rispondeva "Te rogamus exaudi nos" [Ti chiediamo di esaudirci].
Un tempo la profonda fede popolare spingeva i fedeli a partecipare attivamente a tutte le numerose funzioni religiose che si svolgevano nelle varie ricorrenze dell'anno.
La Chiesa cattolica poi, a partire dalla controriforma, osteggiò sempre più queste processioni troppo legate al paganesimo ed agli stessi chierici venne ampiamente sconsigliato di prendervi parte. Ma fino agli anni '70 del secolo scorso, in molte parti d'Italia, erano ancora abitualmente eseguite a guida del clero.
Sappiamo per certo che anche a Castelleone di Suasa le Rogazioni vennero eseguite durante il XIX secolo e, sembra di capire, che continuarono anche nel secolo successivo nelle chiese di campagna e nelle edicole.
La funzione delle edicole era ed è, per quelle rimaste, sia pubbliche che private, quella di divenire punto di riferimento per tutto il vicinato come luogo integrativo di culto per recitare il rosario o semplici orazioni nel corso della giornata. Talune sono state poste a protezione di una casa o di una intera contrada per interessamento delle corporazioni di mestiere (i coronari, i sediari, gli ortolani, i contadini, i venditori di bestiame, i macellai, i muratori, i vasari, i calzolari, gli speziali, i sartori, ecc.), invece, le nicchie, ricavate tra i muri delle case o delle chiese, venivano create per proteggere la famiglia o i viandanti oppure per esprimere gratitudine di una grazia ricevuta.
Anche a Castelleone di Suasa vi sono delle nicchie, una sulla facciata dell'ex Chiesa di Sant'Antonio, oggi sconsacrata e l'altra sulla facciata di un'abitazione privata. Di entrambe ne parleremo più avanti.
Comunque, sia le edicole che le nicchie sono dirette a tutti, sia agli abitanti della zona, sia al passante occasionale. Per questo non è infrequente vedere qualcuno che si ferma o che semplicemente passando si segna con il saluto cristiano della croce.
Un bellissimo esempio di ciò l'ho riscontrato nel vicino Comune di Mondolfo (PU). Lungo Via Vandali, al di fuori di Porta Nuova, un proprietario, dovendo rifare la recinzione in muratura alla propria abitazione, in accordo con l'Ufficio Tecnico del Comune, pensò bene di inglobare l'edicola esterna nella recinzione, evitandone così l'abbattimento. L'edicola è dedicata alla Madonna di Loreto. Ho reperito, a dimostrazione di quanto affermato, le foto della figuretta prima e dopo i lavori di recinzione [Foto sotto].
Purtroppo tante altre edicole non hanno la stessa attenzione venendo brutalmente eliminate. Molte altre edicole sono aggredite dal tempo e dall'incuria correndo gravi rischi di scomparire.
Nelle Marche, infatti, sono manufatti per lo più in muratura che lo studioso Renato Bellabarba definisce "semplici e umili come l'anima marchigiana".
Non è giusto perdere la memoria di questi luoghi dove i nostri nonni si facevano il segno della croce e magari pregando, si riposavano un attimo, dopo una giornata di lavoro che spaccava la schiena.
Andrebbero salvate al di la del loro valore artistico, come anche il racconto orale che fa parte a tutti gli effetti della nostra cultura e delle nostre radici e rischia più di ogni altra cosa di perdersi anch'esso, mentre dovrebbe essere catalogato per riscoprire le speranze e le storie di chi ci ha preceduto.
Parlando con gli anziani Castelleonesi è riemersa anche una giaculatoria che si recitava davanti all'edicola: "Passando per questa strada, Ti saluto o Madre Beata. Passando per questa via, Ti saluto o Madre Mia", oppure al ritorno dei campi si recitava l' "Angelus" a mezzogiorno e l'"Ave Maria" alla sera.
Sono affiorati anche ricordi di quando bambini, mentre si andava a scuola, si fermavano davanti alle edicole votive che si incontravano lungo la strada per una preghiera, oppure, come le ragazze nelle sere di Maggio, si recavano alle edicole per recitare il rosario, occasione questa per poter finalmente uscire di casa, guadare i giovanotti e farsi guardare.
In conclusione occorre sottolineare che quello delle edicole votive non è un fenomeno antico, da relegare ad un tempo ormai trascorso, ma è ancora vivo tra la gente, tanto che alcune edicole vengono ancora erette sporadicamente tra le case.
In questa ricerca mi sono imbattuto in un itinerario di fede e devozione popolare, in persone, comportamenti e usanze che, credo, bisogna ricordare e documentare per non perdere la conoscenza di noi stessi.
Ma andiamo per ordine e scopriamo per quale motivo questa Madonna, cui è dedicata la nostra edicola, si chiama del "Carmine". Leggiamo, allora, la storia del culto Mariano del Carmine, con una verifica nel nostro Comune, per poi proseguire con le vicende che hanno segnato l'edicola, la rimozione, la costruzione e l'inaugurazione della nuova edicola.
Su queste pagine sono contenute anche una serie di notizie sulle altre edicole esistenti a Castelleone di Suasa.
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