Anticamente era un Oratorio pubblico o Chiesetta, dedicato al SS.mo Crocefisso, fu edificato presso il "Fondo Volpello" (lungo l'attuale strada Pian Volpello in prossimità della casa "del Tappatino") da Livia della Rovere, Duchessa di Urbino (che attorno ai primi decenni del’600 aveva eletto a sua dimora il Palazzo, fatto costruire nel centro storico di Castelleone di Suasa, da suo padre Ippolito, dove visse fino agli ultimi anni della sua vita, morì il 6 luglio 1641) e fu sede della Confraternita del SS.mo Crocifisso, vestiti di sacco nero, unita nell'Arciconfraternita di San Marcello di Roma, poi, nel 1603, trasferitasi nella Chiesa di S. Antonio Abate di Castelleone, come riportato nel libro "Castelleone di Suasa 2 Vita Castellana" a cura di Alberto Polverari e nel codice "Historiae" del Ridolfi, dalla pubblicazione "Pietro Ridolfi - Storia della Città di Senigallia e della sua Diocesi" (pag. 462). La Confraternita prese allora il nome di S. Antonio o della Morte, possedeva beni e un Monte Frumentario e si sciolse intorno al 1847.
Grazie al disegnatore Gherardo Cibo, collaboratore del Ridolfi, è possibile vedere l'illustrazione di come era l'originario Oratorio sotto il titolo del Crocifisso,
Nel corso degli anni e con il venir meno delle entrate economiche, la Chiesetta subì un inarrestabile degrado tanto che nel 1937, la famiglia dei Principi Ruspoli, divenuta nel frattempo proprietaria dell'intera area, anziché ripararla, decise di ricostruirla ex novo a circa 20 metri di distanza dalla casa "del Tappatino" e venne consacrata da S. Ecc. Mons. Filippo Mantini, Vescovo di Cagli e Pergola.
Controllando sulla Mappetta di Santa Lucia del Catasto Gregoriano del 1835, ho identificato l'originaria Chiesetta, come da foto, che era in linea con la casa "del Tappatino", mentre oggi, la nuova Cappella, si trova più spostata verso Castelleone (probabilmente quella ventina di metri, citati dal Polverari).
Questa nuova Cappella, fu eretta in memoria di Donna Caterina Ruspoli col nuovo titolo di "Santa Caterina". All'interno si legge questa lapide: "QUESTA CAPPELLA FU ERETTA ALLA MEMORIA DI DONNA CATERINA RUSPOLI DEI PRINCIPI DI POGGIO SUASA CONTESSA DELLA FOREST DIVONNE 15/11/1868 - 12/08/1912. UNA PREGHIERA".
La costruzione è di piccole dimensioni, piuttosto semplice ma aggraziata, di pietra e mattoni.
La facciata presenta un portale scandito da mattoni rossi che emergono dall'intonaco e conferiscono un gradevole movimento di masse e colori. Al di sopra si trova una nicchia dove è stato collocato un crocefisso e sopra il tetto si eleva un sottile campanile a vela con una piccola campana. L’interno (mt. 5 x 8) è intonacato e dipinto a finto marmo dove è posto un piccolo altare con tabernacolo in legno pregiato, intagliato e dorato sormontato da un crocefisso e alcune
panche ed angoliere dello stesso stile; a fianco dell'altare è stata posta una riproduzione della "Madonna della Seggiola" di Raffaello Sanzio (L'originale del dipinto a olio su tavola è conservato a Palazzo Pitti a Firenze ed è databile tra il 1513 e il 1514).
Il soffitto è di travi "a vista", sorretto da due archi poggiati su due lesene con capitello corinzio.
Nel 1996 fu nuovamente restaurata "PER VOLONTA' E CONTRIBUTO DEL PARROCO (Don Umberto Gasparini) DI FEDELI E DI LABORATORI ARTIGIANI DEL PIAN VOLPELLO", come recita la lapide affissa sulla parete destra.
All’esterno alcuni grandi cipressi fanno da cornice al luogo di culto.
Una volta all’anno, nel mese di Giugno, vi si svolge, la “Festa dell’inizio del raccolto” (ideata da Don Umberto Gasparini nel 1978), con la singolare benedizione delle macchine agricole e un rinfresco sull’aia. E’ un momento di grande aggregazione per tutta la popolazione della contrada che partecipa già dai giorni che precedono la festa ai suoi preparativi.
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