La Chiesa a tre navate, costituita da muratura intonacata con basamento in lastre di marmo, presenta un semplice fronte a salienti su cui si aprono tre accessi architravati, simmetrici rispetto l'asse centrale: quello centrale è sormontato da un sopraluce rettangolare, da una lapide con iscrizione "REST. A.D. MMX" e da un dipinto murale a cuspide con l'effige della Madonna del Carmine. Sopra il portale l'iscrizione "MATER CARMELI".
All'interno pregiati altari in tarsie marmoree di bottega abruzzese. La chiesa, sede dell’antica confraternita omonima, soggetta ad evidenti rifacimenti nel corso del sec. XX, insiste sull’ampia piazza dove si svolgeva il mercato del bestiame, e rappresenta un complesso di notevole interesse tipologico-ambientale che costituì il polo generatore di un secondo borgo urbano a Sud-Ovest dell'insediamento originario, sviluppatosi nel corso dei secc. XVII-XIX, epoca in cui erano feudatari di Montenero i Carafa della Spina.
L'epoca di primo impianto è attestata dall'altare maggiore in tarsie marmoree realizzato da una bottega di Pescocostanzo, su commissione dell'arciprete Giovanni Mannarelli (1718-1758), nel 1737.
Probabili rifacimenti-integrazioni sono riferibili al sec. XIX epoca di realizzazione di statue, busti e dipinti devozionali della Chiesa. Il portale a bussola seicentesco ivi ubicato proviene dalla chiesa parrocchiale S. Maria di Loreto, come l'altare ubicato nella navata laterale destra, qui reinstallato nel 1975, periodo di ulteriori interventi.
Vengono custodite due statue della Madonna del Carmine. La prima, posta sopra l'altare maggiore, realizzata sempre nel secolo XIX da autore sconosciuto ma di bottega molisana e raffigura la Vergine, in piedi, con una veste ed un ampio manto ornati di stelle; tiene in braccio il Bambino, che indossa una lunga camicia; entrambi hanno il capo coronato; il Figlio apre le braccia e la Madre volge la destra ai fedeli. Anch'essa è estata realizzata con materiali legno, intaglio e pittura. La statua fa parte di quella ricca produzione devozionale, diffusa in Molise, contraddistinta da vivacità d'intaglio e d'uso del colore.
La seconda, realizzata nel XIX secolo da autore sconosciuto ma di bottega molisana e rappresenta la Madonna, in piedi, vestita di un abito panneggiato e di un manto che le ricopre anche il capo, ricamato; tiene in braccio il Bambino, vestito di una camicina ricamata, con le braccia aperte; la Vergine allarga il braccio destro verso i fedeli. E' stata realizzata con materiali legno, intaglio, pittura. La statua denuncia le caratteristiche riscontrabili nella produzione a carattere devozionale di opere lignee molisane: volto sereno, atteggiamento benevolo, vivacità coloristica.
