Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine di Bagnacavallo (RA)

La Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine è situata in Via Giuseppe Mazzini a Bagnacavallo (RA). Fu edificata a partire dal 1671, in stile barocco con aperture al neoclassico, nel luogo ove sorgeva una delle antiche rocche cittadine.

La sua origine è legata a un evento miracoloso avvenuto nel XIV secolo durante le lotte fra Guelfi e Ghibellini, quando la Madonna apparve miracolosamente per porre fine ad un sanguinoso combattimento fra le due fazioni (vedi sotto).
Nel 1669 i padri Carmelitani chiesero ed ottennero di poter trasferire Chiesa e convento entro la cerchia urbana. Per poter costruire la loro Chiesa nel 1671 cominciarono a demolire un torrione, residuo di un'antica rocca. Pare che una parte della chiesa fosse costruita già nel 1682, ma il contratto di fabbricazione risale al 1702. 
Nel 1951 fu riparata e ricostruita parzialmente per danni di guerra ad opera della ditta edile Ricciotti Zoli di Bagnacavallo. 
L'interno è a navata unica con tre cappelle per lato. Nella prima cappella a destra si conserva una preziosa tela cinquecentesca, pala d'altare di Giovanni Battista Ramenghi (1521-1601), detto il "Bagnacavallo junior", raffigurante "I misteri del Rosario" realizzato nel 1585 per la Confraternita del Rosario. Di forma rettangolare presenta uno scomparto centrale che ha intorno 15 pannelli minori, delimitati da sottili cornici in legno intagliato e dorato. 
Nella seconda cappella di destra, sull'altare vi è l'immagine della Beata Vergine della Pace, originariamente dipinta su un muro posto nel luogo in cui la Vergine apparve alle due fazioni in lotta e che dovrebbe essere quello trasportato dai Carmelitani nel 1759. Ora sul luogo, situato lungo la via Naviglio Inferiore, sorge una piccola cappella, dove è stata riposta una copia dell'Immagine Sacra. 
La popolazione volle che la Chiesa dei Carmelitani si chiamasse S. Maria della Pace (la cui immagine fu collocata in un altare laterale) pur mantenendo la devozione alla Madonna del Carmine la cui immagine troneggia in fondo all'abside entro una grande cornice di gesso dipinta a finto marmo. Sopra di questa una mediocre tela settecentesca raffigurante la Madonna del Carmine che porge lo scapolare al beato Simone Stock.  
Un ampio presbiterio con cantorie ed organo termina con abside semicircolare. Nella cantoria in cornu Epistolae vi è un pregevole organo incassato nel muro datato 1762, firmato Francesco Gatti di Bologna, con 25 canne disposte a cuspide con bocche allineate, labbro superiore a mitria, tastiera di 45 tasti (Do1 - Do5) con prima ottava corta, pedaliera di 18 pedali (Do1 - La2) costantemente unità alla tastiera e registri azionati da pomelli disposti in colonna alla destra della tastiera. 
Il prospetto aggettante, sagomato con intagli e stucchi, presenta nella parte superiore una decorazione a festoni di fiori in legno che formano una delicata cortina. 
La navata è sormontata da volte a botte in cui si intersecano le vele dei finestroni che illuminano ampiamente l'interno.  
I pilastri divisori delle cappelle presentano lesene terminanti con capitelli di stile composito cui sovrasta un'alta cornice a più linee aggettanti che si svolge per l'intero perimetro. 
Del complesso ligneo originale della chiesa barocca fanno parte quattro confessionali e il pulpito. Due di essi risalenti alla prima metà del XVIII secolo. In legno naturale scolpito e impreziosito da lamine di radica di noce. Con numerosi elementi decorativi nella trabeazione sorretta da quattro lesene ioniche. 
L'esterno è in mattoni faccia a vista. La facciata, divisa in due da un cornicione aggettante, presenta nella parte inferiore un portale con stipiti a lesena facenti capo a due elementi triangolari.  
L'architrave è sormontato da un timpano a lunetta rialzato. Nella parte inferiore due scomparti marcati da lesene, contengono due nicchie. Le lesene si ripetono nella parte superiore inquadrando un ampio finestrone centrale e sorreggendo un frontone triangolare. Ai lati e alle sommità stanno pinnacoli di cui i laterali a piramide.  
La Chiesa fu consacrata da sua Ecc. Mons. Antonio Scarante, vescovo di Faenza, il 17 giugno 1932.
L'adeguamento liturgico è avvenuto tra il 1965 e il 1999, quando è stato inserito un altare in legno con la mensa che è sorretta da due montanti laterali e l'ambone ligneo costituito da una colonna che regge un parallelepipedo. 

Alcune foto della Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine di Bagnacavallo

Facciata

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Facciata

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Vista di lato

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Vista di lato

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Vista lato sinistro

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Vista lato sinistro

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Dietro

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Dietro

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Interno

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Interno

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Altare

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Altare

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Madonna del Carmine

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Madonna del Carmine

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Organo di Francesco Gatti

Chiesa di Santa Maria della Pace o del Carmine

Organo di Francesco Gatti
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Storia della Madonna della Pace che si trova oggi nella Chiesa del Carmine (o S. Maria della Pace)

Si racconta che questo affresco fu l’artefice della tregua avvenuta tra Guelfi e Ghibellini a Bagnacavallo. Siamo nel 1309 e Bagnacavallo, difesa dalle forze Ghibelline, un anno prima era stata occupata dai conti di Cunio, che sostenevano la parte Guelfa assieme alle milizie bolognesi. Le due fazioni erano sul punto di affrontarsi di nuovo all'incrocio delle due strade (via Fornazzo e via Naviglio), dove si trovava un pilastrino con l’immagine della Madonna, quando al momento dello scontro fra le parti, una nebbia fittissima avvolse i contendenti in maniera che invece di trovarsi gli uni contro gli altri, si accorsero di essere abbracciati in durevole pace.
Leggenda, verità? Fatto sta che da quel giorno la Madonna del pilastrino, all'angolo con la stradina di campagna, pregata dalla semplice gente del luogo divenne oggetto di grande venerazione e invocata come protettrice e distributrice di Pace.  
Come tale le fu dipinto un ramoscello d'ulivo nella mano sinistra e il pilastrino venne ricoperto da una tettoia a carattere provvisorio per porgere eventuale riparo ai devoti.  
Si ha testimonianza che due secoli dopo e precisamente nel 1521 davanti all'immagine si riconciliarono gli esponenti di alcune nobili famiglie bagnacavallesi: Gaiani, Milzetti, Maruffi e Cortesi, e nel 1538 le famiglie Gaiani e Papini.  
Nel 1563 il Consiglio della Comunità determina di erigere, dove sorgeva la piccola e modesta tettoia con il tabernacolo della Madonna della Pace, una Chiesa con casa attigua. La Chiesa o "Celletta" era piccola ma bella, a forma ottagonale, col portico davanti e l'abside rivolta verso la via per Faenza, e casa a lato per l'abitazione dei Padri Carmelitani. La Celletta venne denominata S. Maria della Pace, la sua festa si svolgeva il 20 agosto però i Padri Carmelitani che la custodivano si sentivano isolati in quel posto, allora in aperta campagna, per cui pensarono di trasferirsi entro le mura di Bagnacavallo.  
Ciò avvenne nel corso di quasi un secolo, se si calcola che l'acquisto dell'area avvenne nel 1670 e l'inaugurazione della nuova chiesetta ebbe luogo nel 1759. I Padri acquistarono dal Sig. Paolo Sorboli, esponente della classe nobiliare locale, l'antica rocca con torrione poco distante dalla Porta Superiore e l'anno dopo l’abbatterono, togliendo così di mezzo un monumento testimone della Bagnacavallo medievale.  
Nel 1704 furono gettate le fondamenta della nuova Chiesa e a costruzione ultimata, i Padri chiesero alla Comunità il permesso di trasportare l'Immagine di Santa Maria della Pace entro le mura della nuova chiesa.  
Nel 1759 la Comunità concede loro il permesso, con la clausola che la nuova Chiesa venisse chiamata ancora S. Maria della Pace e inoltre, al posto della vecchia chiesetta che doveva essere demolita, nel luogo stesso dov'era situato l'altare della B.V. fosse posta nel pilastrino una copia dell'Immagine Santa. 
Ma i Padri non si limitarono a costruire un semplice pilastrino esposto alle intemperie e pensarono di proteggerlo con un'edicola di mole modesta, in cui furono messe le lapidi commemorative a memoria degli avvenimenti, per cui ebbe inizio il culto e il susseguente trasporto dell’Immagine, che avvenne con grande solennità il 14 ottobre 1759.  
La Chiesa del Carmine Parrocchia di S. Maria della Pace ospita tuttora e mantiene vivo nel tempo il culto della Madonna della Pace. 

Alcune foto della "Celletta" di Santa Maria della Pace di Bagnacavallo

Vista lungo Via Naviglio Inferiore

Cappella Madonna della Pace

Vista lungo Via Naviglio Inferiore

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Fronte

Cappella Madonna della Pace

Fronte


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Vista lato sinistro

Cappella Madonna della Pace

Vista lato sinistro


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Vista lato destro

Cappella Madonna della Pace

Vista lato destro


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Copia quadro Madonna della Pace

Cappella Madonna della Pace

Copia quadro Madonna della Pace

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Madonna della Pace

Cappella Madonna della Pace

Madonna della Pace


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Santino della Madonna della Pace

Cappella Madonna della Pace

Santino della Madonna della Pace

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Lapide della Madonna della Pace

Cappella Madonna della Pace

Lapide della Madonna della Pace

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Vista da Via Mazzini
Indirizzo Edicola

Via Case Nuove, 2                     
60010 Castelleone di Suasa
(An)

Contatti

Bellagamba Franco
Email: 
edicoladelcarmine@suasa.it
Telefono: 071-966352 

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