Luogo che di per sé non ha apparentemente nulla di particolare, ma l’atmosfera che è in grado di ricreare è qualcosa di unico. Infatti, aleggia un’antica ed affascinante leggenda popolare, secondo cui un giorno un mezzadro (in un’altra versione, della stessa leggenda, il mezzadro viene scambiato con un cavaliere che alcuni identificano con S. Martino, patrono del paese), impegnato col lavoro nei campi, udì il pianto di un neonato provenire da un cumulo di rocce poco lontano.
Avvicinatosi, il contadino scoprì effettivamente un infante abbandonato dietro un masso, ma nel raccoglierlo si accorse che era pesantissimo. “Diavolo quanto pesi!” – esclamò l’uomo, “Diavolo quanto pesi” – rispose il neonato, fissandolo negli occhi.
L’uomo, terrorizzato, tentò di gettare via il bambino, ma questo lo ipnotizzò col suo sguardo e dalla sua testa spuntarono due corna e dal suo sedere una lunga coda appuntita. Il contadino disperato rivolse le sue preghiere alla Madonna del Carmine, che prontamente accorse in suo aiuto apparendo sulla roccia. Grazie a quella miracolosa presenza, il contadino, trovò il coraggio di scaraventare il maligno nel burrone sottostante. Il contatto del diavolo con il terreno causò una profonda voragine ed un impervio crepaccio ancora oggi conosciuto come “Vallone del Diavolo o dell'Inferno“. 
Sul ciglio di quel burrone fu sistemata un’edicola votiva con la statua della Madonna del Carmine, per assicurarsi che il demone non potesse risalire dal luogo in cui era stato ricacciato.
L'altopiano di Baullo, viene raggiunto il 16 di luglio di ogni anno, dai fedeli di Gagliano Aterno e dei comuni vicinori per assistere alla celebrazione di una semplice ma suggestiva funzione religiosa.
Sono rimasti nella “memoria collettiva” i “segni” di quell'episodio, dove ancor oggi, i viandanti, compiono il gesto di carattere scaramantico gettando un piccolo sasso nella voragine in prossimità della roccia dove apparve la Madonna del Carmine.
Durante i lavori di allargamento della strada di montagna, purtroppo, è andato perduto un affresco raffigurante la Vergine del Carmine realizzato proprio nel luogo dell’apparizione. L’attuale edicola risulta posizionata qualche centinaio di metri più a valle rispetto all'originario affresco.